Con l’approvazione della legge che gli permette di candidarsi per la terza consecutiva a presidente della Regione, Vincenzo De Luca ha dimostrato quale sia l’essenza vera del suo modo di intendere la politica: il potere per il potere.
Un atteggiamento che ha un solo obiettivo: restare altri cinque anni sulla poltrona di presidente della Regione.
Così, per attuare il suo disegno, non si è sottratto ad una scelta a dir poco criticabile sulla quale vale la pena di fare qualche considerazione .
In primo luogo, si può osservare quale sia la dimensione autoreferenziale che egli ha del suo operato, a suo dire ineccepibile.
Invece, sulla base dei fatti, non si può fare a meno di affermare, senza tema di smentita, che il decennio di governo di De Luca non risplende per qualità e per soddisfacimento delle esigenze dei cittadini.
Molteplici sarebbero gli esempi, ma ne basta uno soltanto: quello relativo al livello di funzionalità della sanità pubblica in Campania. La lungaggine delle liste di attesa per qualsiasi accertamento o intervento è fuori misura. Per non parlare delle condizioni di tutti gli addetti al sistema sanitario o dello stato di degrado. dei pronto soccorso.
Di fronte a siffatto disastro il presidente della Regione fa orecchio da mercante, fingendo di non sapere che le responsabilità sono principalmente le sue.
Non meno criticabile, poi, è il comportamento di De Luca sul piano dei rapporti istituzionali.
Egli ha esercitato, anche da ultimo, una enorme pressione sui consiglieri regionali appartenenti al Partito Democratico, affinché approvassero il disegno di legge sul terzo mandato da lui voluto. Tale scellerata scelta ha indotto la segretaria del PD, Elly Schlein ad ammonire i consiglieri del partito a non votare in favore di De Luca, pena la loro uscita dal partito.
Il risultato finale di tale acrobazia politica e istituzionale è lo svilimento delle funzioni stesse della rappresentanza politica.
Il PD campano ne esce con le ossa rotte, perché la presentazione, da parte di De Luca, di una sua personale lista, ha tutto il sapore di un ricatto verso il suo stesso partito.
Al riguardo non è inutile rammentare che il presidente della Regione ha tacciato di incompetenza anche i consiglieri della sua parte politica.
Dinanzi a questa somma di abusi è necessario schierarsi pubblicamente contro un modo di esercitare il ruolo di vertice del governo regionale finalizzato alla perpetuazione del potere.
Di fatto, siamo di fronte alla politica ridotta all’occupazione di poltrone.
Da ultimo va segnalato che, come è suo costume, De Luca rilancia alla cieca – come in una partita di poker – dando dei “dementi” ai suoi avversari e fantastica di un “lavoro immane” (il suo…) da non interrompere.
Luigi Santini (Professore Emerito di Chirurgia Generale all’Università della Campania “Vanvitelli” )