EDIZIONE

UN PROGETTO DEL TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE

E DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI

13 GIUGNO > 13 LUGLIO 2024

TEATRO GRANDE

PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI

in collaborazione con con il patrocinio di

SETTIMA EDIZIONE

UN PROGETTO DEL TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE
E DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI

teatrodinapoli.it
13 | 14 | 15 GIUGNO

ODISSEA CANCELLATA
di Emilio Isgrò | regia Giorgio Sangati
installazione scenica Emilio Isgrò
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
27 | 28 | 29 GIUGNO
DE RERUM NATURA
[THERE IS NO PLANET B]

di Fabio Pisano | ispirato al De rerum natura di Tito Lucrezio Caro | regia Davide Iodice

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
4 | 5 | 6 LUGLIO
EDIPO RE
di Sofocle | regia Andrea De Rosa

produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura,

Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

11 | 12 | 13 LUGLIO
FEDRA

IPPOLITO PORTATORE DI CORONA

di Euripide | regia Paul Curran
produzione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico

comunicato stampa

Al MiC presentata la settima edizione della rassegna

POMPEII THEATRUM MUNDI 2024

un progetto del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
e del Parco Archeologico di Pompei

dal 13 giugno al 13 luglio 2024 al Teatro Grande del Sito di Pompei
Dalla ODISSEA CANCELLATA di Emilio Isgrò con la regia di Giorgio Sangati

su installazione scenica “in situ” di Emilio Isgrò

al DE RERUM NATURA di Fabio Pisano con la regia di Davide Iodice
a EDIPO RE di Sofocle con la regia di Andrea De Rosa

a FEDRA, Ippolito portatore di corona di Euripide con la regia Paul Curran

il prestigioso programma di testi classici

che tra il 13 giugno e il 13 luglio 2024 verrà presentato al pubblico
in 12 sere d’estate in uno dei luoghi più belli al mondo

Il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò e il Parco Archeologico
di Pompei diretto da Gabriel Zuchtriegel presentano la nuova, settima edizione
della rassegna POMPEII THEATRUM MUNDI, realizzata con il sostegno del Ministero
della Cultura, del Comune di Napoli, della Regione Campania, della Città
Metropolitana di Napoli.
La nuova edizione della rassegna, ormai tra le maggiori e più attese dell’estate
italiana dei festival, prenderà il via il 13 giugno 2024 presentando al Teatro Grande
del Parco archeologico fino al 13 luglio quattro spettacoli a firma di importanti registi
e artisti della scena nazionale e internazionale, ognuno replicato per tre sere, dal
giovedì al sabato sempre alle ore 21.00, quando la magia della sera cala sul sito
avvolgendo tutti in un’atmosfera di rara, incomparabile bellezza.
Con i suoi quattro titoli in programma la rassegna estiva del Teatro Nazionale di
Napoli conferma la sua natura di vetrina di inedite riletture o rivisitazioni di testi e
opere della classicità. «Dunque – scrive il direttore Roberto Andò – la cancellatura
di Isgrò come scrittura paradossale e filosofica, una scrittura che impedendoci di
vedere eccita il fantasma di un’immagine che non possiamo più abitare, di una
parola che non possiamo più leggere; la cecità di Edipo come abissale e tragica
impossibilità della verità; la poesia di Lucrezio come ferita e rivelazione di ciò che è

accaduto e potrebbe ancora accadere; la Fedra come tragedia della malattia
mentale. Pompeii Theatrum Mundi continua a offrire visioni che nel nome del teatro
sappiano declinare le tensioni del tempo in cui viviamo, e uno sguardo che sappia
ricongiungere il passato al presente e al futuro».
Per il Direttore generale del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel: «Questa
settima edizione di Theatrum Mundi, così come la terza di Sogno di Volare (lo
spettacolo degli attori adolescenti del territorio che andrà in scena il 25 e il 26
maggio) e il secondo anno in cui il Ministero della Cultura promuove insieme al
Comune di Pompei una rassegna di grandi concerti, tutto ciò dimostra che gli Scavi
di Pompei sono un luogo “contemporaneo”».
Il Presidente del Teatro Nazionale Luciano Cannito oltre a ringraziare il Ministro della
Cultura Gennaro Sangiuliano “per l’attenzione speciale che continua a riservare al
Festival Pompeii Theatrum Mundi e a questo luogo ricco di storia e di bellezza”, e i
Soci fondatori del Teatro Nazionale – il Comune di Napoli, la Regione Campania e
la Città Metropolitana di Napoli – “per aver restituito anni fa al Teatro Mercadante
quella centralità storica di luogo di produzione, formazione e distribuzione del teatro
di eccellenza italiano ed internazionale”, sottolinea come “il direttore Roberto Andò
abbia saputo immaginare un cartellone che ancora una volta coniuga la potenza
del linguaggio classico che da queste pietre sacre giunge intatta fino a noi, con il
sentimento della modernità che del classico si fa interprete e testimone fedele”.
La rassegna
Si parte giovedì 13 giugno con la prima assoluta di ODISSEA CANCELLATA
di Emilio Isgrò, con la regia di Giorgio Sangati su installazione scenica di Emilio Isgrò,
in una produzione del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
Su progettazione scenica di Claudio Lucchesi, costumi di Eleonora Rossi, disegno
luci di Luigi Biondi e musiche di Giovanni Frison, in scena recitano Luciano Roman
con Clara Bocchino, Francesca Cercola, Eleonora Fardella, Francesca Fedeli,
Gianluigi Montagnaro, Antonio Turco. Cura del movimento del coreografo Norman
Quaglierini.
Il maestro Emilio Isgrò propone per l’apertura della rassegna la sua Odissea in versi
insieme a un’installazione concepita in situ.
Lo spettacolo, infatti, è progettato come un’opera nell’opera: le gradinate del

Teatro Grande si trasformeranno in una gigantesca video-installazione dell’artista-
autore. Mentre i versi dell’Odissea impressi sulla pietra dei gradini verranno

cancellati a vista, dalle cancellature stesse prenderà vita il testo. Di fatto la
drammaturgia di Isgrò procede allo stesso modo: cancella Omero (tornando alla
fonte primaria dell’epica) selezionando solo i frammenti che ritiene essenziali e,
sradicandoli dal loro contesto, restituisce loro nuova e inaspettata forza.
Repliche venerdì 14 e sabato 15 giugno.
Giovedì 27, con repliche venerdì 28 e sabato 29 giugno la rassegna propone un
altro debutto nazionale. Si tratta dello spettacolo DE RERUM NATURA [There is no
planet B], liberamente ispirato al De rerum natura di Tito Lucrezio Caro, su ideazione,
adattamento e regia di Davide Iodice e drammaturgia di Fabio Pisanlo.
Le scene, le maschere e i pupazzi sono di Tiziano Fario, i costumi di Daniela
Salernitano, le luci di Loic Francois Hamelin, le musiche originali di Lino
Cannavacciuolo. La produzione è del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.

Dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica, lo spettacolo
vede in scena Aida Talliente, Ilaria Scarano, Carolina Cametti, Teresa Battista, Greta
Esposito, Sergio Del Prete, Wael Habib, Giovanni Trono, Marco Palumbo, Emilio
Vacca, con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA [il progetto speciale di
musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare
del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco
Paolo Manna, Antonio Frajoli]. Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo
Fabio Pisano tornano a collaborare insieme dopo il successo di Hospes- Itis, in un
lavoro dove i temi del De Rerum precipitano fragorosamente nel nostro presente.
Terzo appuntamento della rassegna l’acclamato EDIPO RE di Sofocle con
l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa, che il Teatro Grande di Pompei
ospiterà giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6 luglio.
Nella traduzione di Fabrizio Sinisi lo spettacolo è interpretato da Francesca Cutolo,
Francesca Della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini, Frédérique Loliée, Fabio
Pasquini. Le scene sono di Daniele Spanò, le luci di Pasquale Mari, il suono di G.U.P.
Alcaro, i costumi di Graziella Pepe (realizzati presso Laboratorio di Sartoria del
PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA). La produzione è del TPE – Teatro
Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura,
Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.
Considerato uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, Edipo re di Sofocle
rappresenta il simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa
e fato. La nuova regia di Andrea De Rosa, che torna per l’occasione a lavorare con
Fabrizio Sinisi dopo la fortunata collaborazione sul testo di Processo Galileo, parte
dalla storia di Edipo re che ruota attorno alla verità, proclamata, cercata e
misconosciuta. “Il sapere è terribile, se non giova a chi sa”.
Quarto e ultimo spettacolo della rassegna è la FEDRA, Ippolito portatore di corona
di Euripide, con la regia di Paul Curran nella traduzione di Nicola Crocetti, in scena
giovedì 11, venerdì 12 e sabato 13 luglio, con il quale si rinnova la collaborazione
tra la rassegna Pompeii Theatrum Mundi e l’INDA – Istituto Nazionale del Dramma
Antico di Siracusa, che produce lo spettacolo.
Affidata alla sensibilità di Paul Curran, il regista scozzese di notorietà mondiale,
celebre anche per le sue innovative interpretazioni di opere classiche, l’antica
narrazione di Fedra riecheggia con sorprendente attualità nel contesto odierno.
Le scene e i costumi dello spettacolo sono di Gary Mc Cann, la direzione del coro
è di Francesca Della Monica, le musiche di Ernani Maletta. In scena gli attori Ilaria
Genatiempo, Riccardo Livermore, Sergio Mancinelli, Gaia Aprea, Alessandra
Salamida, Alessandro Albertin, Marcello Gravina, Giovanna Di Rauso.
Le musiche del coro iniziale sono di Matthew Barnes, video maker Leandro Summo,
disegnatore luci Nicolas Bovey. Con la partecipazione degli allievi e delle allieve
dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, sezione Giusto Monaco.

info: www. teatrodinapoli.it | www.pompeiisites.org
ufficio stampa
responsabile Sergio Marra | e.mail: s.marra@teatrodinapoli.it
Valeria Prestisimone | e.mail: v.prestisimone@teatrodinapoli.it

Il Parco Archeologico di Pompei è uno dei luoghi più famosi d’Italia. Conosciuto in
tutto il mondo, è considerato uno dei siti da visitare almeno una volta nella vita.
Contribuire a ridare respiro vitale al suo teatro dopo due millenni, è una delle più
grandi soddisfazioni storiche, culturali, ma anche umane, del nostro Teatro di Napoli

  • Teatro Nazionale. Un teatro costituito poco più di una ventina di anni fa, aveva lo
    scopo di condividere storie, pezzi di vita, esperienze. La città si stringeva intorno ad
    esso, ai suoi attori e ai suoi autori, esattamente come fa oggi fa il Teatro Stabile di
    Napoli – Teatro Nazionale, nella sua ormai naturale sede estiva del Teatro Grande
    di Pompei.
    Grazie al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per l’attenzione speciale che
    continua a riservare al Festival Pompeii Theatrum Mundi ed a questo luogo ricco di
    storia e di bellezza.
    Grazie ai soci fondatori, il Comune di Napoli, la Regione Campania e la Città
    Metropolitana di Napoli, che anni fa ebbero l’intuizione di restituire al Teatro
    Mercadante di Napoli quella centralità storica di luogo di produzione, formazione
    e distribuzione del teatro di eccellenza italiano ed internazionale.
    Lo straordinario successo di pubblico e di critica hanno reso oggi il Festival Pompeii
    Theatrum Mundi uno degli appuntamenti più importanti della stagione estiva del
    teatro italiano. Le nostre preziose collaborazioni e sinergie con il Parco Archeologico
    di Pompei, la Fondazione INDA del Teatro Greco di Siracusa, ne hanno ulteriormente
    consolidato l’importanza storica e punto di riferimento del turismo culturale
    nazionale.
    Il nostro Direttore Artistico Roberto Andò ci ha regalato uno splendido cartellone
    che ancora una volta coniuga la potenza del linguaggio classico che da queste
    pietre sacre giunge intatta fino a noi, con il sentimento della modernità che del
    classico si fa interprete e testimone fedele.

Luciano Cannito
Presidente Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Chi oggi si soffermi a guardare all’indietro quello che Emilio Isgrò ha fatto con la sua arte,
può riconoscervi l’impronta di un respiro civilizzatore, oltre che una testimonianza artistica
di stupefacente coerenza formale. Un’opera filtrata dal nitore di un pensiero etico da
sempre attivo contro la menzogna, contro l’impostura, contro la stupidità. Pompeii
Theatrum Mundi, quest’anno, rende omaggio a questo grande artista con uno spettacolo
che mette in scena la sua Odissea in versi insieme a una installazione concepita in situ. Isgrò
oltre che artista concettuale è anche drammaturgo – sua la celebre Orestea ambientata
nei ruderi di Gibellina- e finissimo poeta. Il viaggio di Ulisse è una sua antica ossessione, cui
ha dedicato in tempi diversi importanti lavori. Il dispositivo linguistico che lo ha reso celebre
nel mondo è la cancellatura. Cancellare è verbo che rimanda alla scrittura e che non
potendo fare a meno di lasciare tracce, le cancellature, si presta a una sorta di gioco a
nascondere, svelando così il proprio sotterraneo refrain filosofico: lasciare che le cose non
scompaiano del tutto, o meglio, lasciare visibile una traccia delle cose che sono state
cancellate, esibendo i segni, gli strati, le materie che le hanno coperte. Le cose, le parole,
le immagini ci sono ancora, ma cancellate. Resta vivo, attivo, il residuo morale dell’azione
che le ha rese invisibili, una sorta di grumo, il segno della cancellazione: misfatto o gesto
liberatorio, censura o rimedio? La cancellatura di Isgrò a Pompei acquista una risonanza
speciale, cancella ciò che è stato cancellato. Sovrappone, o contrappone, un gesto
liberatorio al gesto terribile e luttuoso che duemila anni fa ha travolto Pompei. A collaborare
con Isgrò sarà un regista complice come Giorgio Sangati, non nuovo a imprese come
questa. Ma il programma prevede anche l’appuntamento con un grande testo di Sofocle,
l’Edipo Re, uno dei più magnetici tra quelli che l’antichità ci ha tramandato. E magnetica
è la lettura che ne ha dato Andrea De Rosa, regista dalla cifra rigorosa e visionaria, qui
affiancato per la drammaturgia da Fabrizio Sinisi. A seguire, un testo straordinario come il
De Rerum Natura di Lucrezio, riscritto da un drammaturgo giovane ma stilisticamente
maturo come Fabio Pisano, messo in scena da Davide Iodice, limpido regista creatore, da
sempre dedito a una ricerca che si raccoglie nella scrittura scenica, e in una cifra poetica
rivolta ai grandi temi dell’uomo. Ultimo appuntamento, nel segno della fruttuosa
collaborazione con l’INDA di Siracusa, è la Fedra di Euripide (nella traduzione di Nicola
Crocetti) per la regia di Paul Curran, regista di notorietà mondiale, celebre anche per le
sue innovative interpretazioni di opere classiche.
Dunque, la cancellatura di Isgrò come scrittura paradossale e filosofica, una scrittura che
impedendoci di vedere eccita il fantasma di un’immagine che non possiamo più abitare,
di una parola che non possiamo più leggere; la cecità di Edipo come abissale e tragica
impossibilità della verità; la poesia di Lucrezio come ferita e rivelazione di ciò che è
accaduto e potrebbe ancora accadere; la Fedra come tragedia della malattia mentale.
Pompeii Theatrum Mundi continua a offrire visioni che nel nome del teatro sappiano
declinare le tensioni del tempo in cui viviamo, e uno sguardo che sappia ricongiungere il
passato al presente e al futuro.

Roberto Andò
Direttore Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

La settima edizione di Theatrum Mundi, la terza di Sogno di Volare, lo spettacolo
degli attori adolescenti del territorio che andrà in scena il 25 e il 26 maggio, il
secondo anno in cui il Ministero della Cultura promuove insieme al Comune di
Pompei una rassegna di grandi concerti, tutto ciò dimostra: gli scavi di Pompei sono
un luogo contemporaneo.
Si aggiunge come novità un intervento artistico di Emilio Isgrò nel quartiere dei teatri,
tra i santuari di Atena, Iside e il Quadriportico, dove proseguono le ricerche che
quest’anno si avvarranno anche del finanziamento di una campagna di scavi a
Pompei e in altri siti nazionali, inserito su proposta del Ministro Sangiuliano, nella
legge di bilancio dello Stato.
Le attività di scavo e ricerca hanno in questo momento raggiunto un’estensione
non vista dalle grandi campagne degli anni ‘50 del secolo scorso e per questo
l’approccio non può che puntare sulla massima partecipazione nell’avventura di
rendere Pompei sempre più protagonista a livello scientifico, gestionale e culturale.
Gabriel Zuchtriegel
Direttore Parco Archeologico di Pompei

Il Festival Pompeii Theatrum Mundi è un appuntamento di grande rilievo per la
stagione estiva del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
Fermamente convinto del suo valore, sono molto orgoglioso del sostegno di questo
progetto da parte del Comune di Napoli e della Città metropolitana in
collaborazione con il MiC.
Giunto alla settima edizione, il Festival ha ormai un ruolo definito nello scenario
teatrale nazionale e ha raccolto nel tempo attestati di stima dal pubblico e dalla
critica.
Il Parco Archeologico di Pompei – uno dei luoghi più iconici del nostro territorio,
d’Italia e del mondo – è la cornice ideale per ospitare un evento di tale caratura
artistica, culturale e sociale.
Il Teatro Nazionale della città, con il lavoro del CdA e del direttore artistico Roberto
Andò, rappresenta oggi un presidio fondamentale per la nostra comunità e la
collaborazione avviata negli anni con il Parco Archeologico di Pompei ha prodotto
grandi risultati che meritavano la conferma.
La programmazione proposta è ancora una volta in grado di costruire ponti e
coniugare passato, presente e futuro nella rilettura di grandi classici”.

Gaetano Manfredi
Sindaco di Napoli e della Città Metropolitana

13, 14 e 15 giugno 2024 | ore 21.00
ODISSEA CANCELLATA
di Emilio Isgrò
regia Giorgio Sangati
con Luciano Roman
e Clara Bocchino, Francesca Cercola, Eleonora Fardella, Francesca Fedeli,
Gianluigi Montagnaro, Antonio Turco
installazione scenica Emilio Isgrò
progettazione scenica Claudio Lucchesi
costumi Eleonora Rossi
disegno luci Luigi Biondi
musiche Giovanni Frison
cura del movimento Norman Quaglierini
aiuto regia Angela Carrano
assistente ai costumi tirocinante Beatrice Bongiovanni, allieva del Corso di Sartoria
Teatrale dell’Accademia Teatro alla Scala
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
La settima edizione della rassegna Pompeii Theatrum Mundi si apre con un omaggio a un
grande artista, Emilio Isgrò, con lo spettacolo Odissea cancellata per la regia di Giorgio
Sangati. Isgrò mette in scena la sua Odissea in versi insieme a un’installazione concepita in
situ. Lo spettacolo è progettato come un’opera nell’opera: le gradinate del Teatro
Grande si trasformeranno in una gigantesca video-installazione dell’artista-autore. Mentre
i versi dell’Odissea impressi sulla pietra dei gradini verranno cancellati a vista, dalle
cancellature stesse prenderà vita il testo. Di fatto la drammaturgia di Isgrò procede allo
stesso modo: cancella Omero (tornando alla fonte primaria dell’epica) selezionando solo
i frammenti che ritiene essenziali e, sradicandoli dal loro contesto, restituisce loro nuova e
inaspettata forza.
E’ una riscrittura dissacrante e incredibilmente ironica che rovescia ogni stereotipo
sull’epopea a partire da Ulisse, antieroe multiforme, “scassato” e modernissimo,
intrappolato in un viaggio senza fine né inizio. Non è possibile orientarsi, infatti, in questo
“mare” dopo l’inganno di Eolo con il suo otre da cui sono fuoriusciti tutti i venti del mondo
come i mali dal vaso di Pandora. E’ un pelago senza tempo, battuto da un vento
“digitale” che estende i confini del mito fino al nostro tempo ed oltre a ricordarci che il
classico non appartiene al passato quanto piuttosto al futuro.
Attorno al protagonista si agita un bizzarro e inquietante coro di “nani”, in cui non è
difficile riconoscere un’umanità ridotta ai minimi termini. Di tanto in tanto fugaci
apparizioni spettrali: Penelope, Nausica, Circe e Polifemo sotto forma di sogni, incubi o
allucinazioni arrivano da lontano a visitare/torturare Ulisse, riscrivendo la loro storia, senza
censure.

A tratti sembra di assistere a un processo, a un singolarissimo autodafé; ma non c’è né
condanna né soluzione; non ci può essere perché saremmo noi stessi a doverci giudicare.
I versi di Isgrò, scritti nel 2003 nel mezzo di una guerra (e mai rappresentati), a distanza di
vent’anni ci ricordano come continuiamo, tragicamente, a ripetere i nostri errori dalla
notte dei tempi.
Un po’ di anni fa, quando scrissi l’Odissea cancellata, non sapevo come e quando
quest’opera sarebbe stata rappresentata. Avevo concluso da tempo l’esperienza di
Gibellina – proprio con quella Orestea di Gibellina che diede avvio alle grandi Orestiadi –
e in qualche modo volevo sganciarmi da un modello teatrale che io stesso avevo creato
grazie al sostegno di Ludovico Corrao, a quell’epoca sindaco della città, il quale credeva
come me in un teatro capace di fare della parola umana l’asse portante dello
spettacolo.
Conoscevo bene i rischi. Una certa opinione critica allineata, benché fortemente inserita
nel clima delle neoavanguardie, considerava “reazionaria” la parola in nome di un teatro
d’immagine o di gesto che allora imperversava di qua e di là dall’Oceano.
D’altra parte non ignoravo che l’aver tolto di mezzo preventivamente la parola con le
mie cancellature mi proteggeva abbastanza da tale rischio. Ma c’era di più. Avendo
operato per anni nel campo della poesia visiva, dove la coesistenza di più discipline e
linguaggi liberava la parola dalla sua rigidità gutenberghiana, non mi sarebbe stato
difficile far levitare quegli esperimenti fino al livello di un vero e proprio spettacolo.
Da un lato riconquistai la qualità letteraria del testo che a molti sembrava un limite ai ritmi
del teatro. Come dire che la potenza della parola di Shakespeare sottrae vigore alla
scena del balcone in Giulietta e Romeo, là dove ne esalta, invece, la forza schiettamente
spettacolare. Solo per questo per l’Orestea e gli altri testi composti per Gibellina – Gibella
del Martirio e San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori – feci ricorso a una
scrittura in versi che della letterarietà è uno dei segni più ostentati e visibili; e se a quel
tempo schiere di attori esibivano sulla scena i loro corpi desolatamente muti e silenziosi, io
a quei corpi diedi una voce, affinché la loro fisicità si rovesciasse sugli spettatori più
facilmente.
L’Odissea cancellata viene da quella esperienza, quando, forte di un’ispirazione che
veniva da Eschilo e dai tragici greci in genere, tentai di avvolgere in una nuvola sonora il
pubblico.
La seconda provocazione era la speranza di spezzare con un linguaggio alto, comunque
distante dal “teatro di poesia” novecentesco, il cosiddetto “teatro di prosa” che da
Pirandello portava a Beckett.
Certo non è un caso che anche quest’opera sia composta in versi: per dare un sostegno
più solido e vincolante agli attori, al regista e a tutti i creatori dello spettacolo. Allora
sognavo un teatro diverso. Una drammaturgia che cancellasse il silenzio. Chissà se quella
mia speranza ha avuto già una risposta o ancora l’aspetta. A un certo punto mi sono
distratto dal teatro come in altri tempi mi ero distratto deliberatamente dalle arti visive.
Tuttavia il mio amico Roberto Andò, direttore del Teatro Nazionale di Napoli, conosceva
questa Odissea cancellata, il solo mio testo mai rappresentato. E mi ha sollecitato a tirarlo
fuori per il Teatro Romano di Pompei. Un testo cancellato per un paese cancellato. Ma si
sa che in latino due negazioni affermano, tramutando in vita la morte.

Emilio Isgrò

27, 28 e 29 giugno 2024 | ore 21.00
DE RERUM NATURA
[There is no planet B]
liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
drammaturgia Fabio Pisano
scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
luci Loic Francois Hamelin
musiche originali Lino Cannavacciuolo
con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano
(Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti (Terza donna di Lesbo/La donna
sull’albero), Teresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete
(Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono
(Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre
figure)
e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA
[progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della
Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di
Francesco Paolo Manna, Antonio Frajoli]
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.
Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo Fabio Pisano tornano a collaborare
insieme, dopo il successo di Hospes- Itis, con uno spettacolo liberamente ispirato al De
Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, in
scena per la prima volta nella magnifica cornice del Teatro Grande di Pompei nel corso
della settima edizione della rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi.
Note di regia
I temi del De Rerum, precipitano fragorosamente in questo tempo, e la voce di Lucrezio
Caro mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese diagnosticata come
Asperger, inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta Thunberg, la sua
emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità
pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità.
L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque
quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta sull’emergenza climatica.
A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le
invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana Giorgia Vasaperna, Julia “butterfly”
Hill, le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo, i minatori d’oro africani e i

braccianti delle nostre terre infette. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha
fatto capolino un ‘daemon’, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo
sentimento di perdita credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso
polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non
esisteranno più.

Davide Iodice

Note al testo
De Rerum Natura – There is no planet B è un testo che racconta in sei episodi il rapporto
tra uomo e natura nel nostro contemporaneo; il titolo è ispirato all’opera didascalica in
versi del poeta latino Lucrezio; opera ch’ha rappresentato il punto di partenza intorno cui
sviluppare la drammaturgia; sei “libri”, un prologo, un interludio e un epilogo, in cui
prevale la forma dialogica, perché è proprio attraverso il dialogo, attraverso la forza
rivelatrice del dialogo che ho provato a restituire il Teatro in tutta la sua potenza, in tutta
la sua affascinante capacità di turbamento. A raccordare tra loro gli episodi, c’è la voce
della Natura, che, mediante l’uso dei versi originali dell’opera di Lucrezio, si rivela quale
forza primordiale e motrice di tutte le cose. La drammaturgia è stata poi adattata dal
regista, Davide Iodice, che ha composto una partitura per la messa in scena,
rielaborando alcune parti del testo e eliminandone altre.

Fabio Pisano

Durata: 1h e 40 minuti circa

4,5 e 6 luglio 2024 | ore 21.00
EDIPO RE
di Sofocle
traduzione Fabrizio Sinisi
adattamento e regia Andrea De Rosa
con (in o.a.) Francesca Cutolo (coro), Francesca Della Monica (coro), Marco Foschi
(Edipo), Roberto Latini (Tiresia), Frédérique Loliée (Giocasta), Fabio Pasquini (Creonte)
scene Daniele Spanò
luci Pasquale Mari
suono G.U.P. Alcaro
costumi Graziella Pepe (realizzati presso Laboratorio di Sartoria del PICCOLO TEATRO DI MILANO
– TEATRO D’EUROPA)
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano
Arte e Cultura, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Considerato uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, Edipo re di Sofocle rappresenta il
simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Arrivato al
potere grazie alla sua capacità di “far luce attraverso le parole”, abilità che gli aveva
permesso di sconfiggere la Sfinge che tormentava la città di Tebe, Edipo è costretto,
attraverso una convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga
sequenza di orrori e delitti, fino a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate
parole del Coro: “Non dite mai di un uomo che è felice, finché non sia arrivato il suo
ultimo giorno”.
In una città che non vediamo mai, un lamento arriva da lontano. È Tebe martoriata dalla
peste. Un gruppo di persone non dorme da giorni. Come salvarsi? A chi rivolgersi per
guarire la città che muore? Al centro della scena, al centro della città, al centro del
teatro c’è lui, Edipo. Lui, che ha saputo illuminare l’enigma della Sfinge con la luce delle
sue parole, si trova ora di fronte alla più difficile delle domande: chi ha ucciso Laio, il
vecchio re di Tebe? La risposta che Edipo sta cercando è chiara fin dall’inizio, e tuona in
due sole parole: “sei tu”. Ma Edipo non può ricevere una verità così grande, non la può
vedere. Preferisce guardare da un’altra parte. Sarà la voce di Apollo, il dio nascosto, il dio
obliquo, a guidarlo attraverso un’inchiesta in cui l’inquirente si rivelerà essere il colpevole.
Presto si capirà che il medico che avrebbe dovuto guarire la città è la malattia. Perché è
lui, Edipo, l’assassino e quindi la causa del contagio. La luce della verità è il dono del dio.
Ma anche la sua maledizione.
La nuova regia di Andrea De Rosa, che torna per l’occasione a lavorare con Fabrizio Sinisi
dopo la fortunata collaborazione sul testo di Processo Galileo, parte dalla storia di Edipo
re che ruota attorno alla verità, proclamata, cercata e misconosciuta. “Il sapere è
terribile, se non giova a chi sa.”
Durata: 1h e 20 minuti

11, 12 e 13 luglio 2024 | ore 21.00
FEDRA
Ippolito portatore di corona
di Euripide
traduzione Nicola Crocetti
regia Paul Curran
scene e costumi Gary Mc Cann
direzione del coro Francesca Della Monica
musiche Ernani Maletta
con (in ordine di apparizione) Ilaria Genatiempo (Afrodite), Riccardo Livermore (Ippolito),
Sergio Mancinelli (Un servo), Gaia Aprea (Nutrice), Alessandra Salamida (Fedra),
Alessandro Albertin (Teseo), Marcello Gravina (Messaggero), Giovanna Di Rauso
(Artemide)
Corifei Simonetta Cartia, Elena Polic Greco, Giada Lo Russo, Maria Grazia Solano
Coro di donne di Trezene Alba Sofia Vella, Giulia Valentini, Miriam Scala, Valentina
Corrao, Maddalena Serratore
Coro dei servi
musiche coro iniziale Matthew Barnes
video maker Leandro Summo
disegnatore luci Nicolas Bovey
con la partecipazione degli allievi e delle allieve dell’Accademia d’Arte del Dramma
Antico, sezione Giusto Monaco
produzione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico

Dopo il debutto a Siracusa a maggio arriva a Pompei, Fedra di Euripide con la regia di
Paul Curran, regista scozzese di notorietà mondiale, celebre anche per le sue innovative
interpretazioni di opere classiche.
L’antica narrazione di Fedra riecheggia con sorprendente attualità nel contesto odierno.
Questa storia senza tempo fa luce sulle ansie contemporanee legate alla salute mentale
e sui pericoli di ossessioni malsane e incontrollabili, per non parlare delle conseguenze
delle reazioni emotivamente cieche. Il racconto serve come un toccante promemoria
per esaminare se gli “dei” figurativi che influenzano le nostre vite sono paralleli ai nostri
attuali stati mentali o se le nostre menti esercitano il potere di potenti divinità, guidandoci
verso comportamenti impulsivi e pericolosi. Esplorando questa connessione tra mitologia
antica e psicologia moderna, la storia di Fedra diventa uno specchio che riflette l’intricata
relazione tra il nostro io interiore e le forze esterne che modellano le nostre azioni. Questa
narrazione spinge all’introspezione, sfidandoci a decifrare la natura divina o distruttiva dei
nostri pensieri e delle nostre emozioni nel complesso arazzo dell’esperienza umana.
Paul Curran

Durata: 1 h e 40 minuti

BIGLIETTI / TICKETS

INTERO / FULL PRICE RIDOTTO/ REDUCED PRICE* STUDENTI E UNIVERSITARI / STUDENTS
€ 25,00 € 20,00 € 10,00
*Valido per under 30, over 60, Titolari card Feltrinelli, Abbonati del Teatro di Napoli,
Cral e convenzioni
All’ingresso in teatro potrà essere richiesta l’esibizione del documento che dà
diritto alle riduzioni.
Le irregolarità comporteranno il pagamento della differenza. In caso di acquisti
online l’esibizione è obbligatoria.
THEATRUM CARD € 60,00
consente di assistere singolarmente a 4 spettacoli,
oppure in coppia a 2 spettacoli.
PROMO SAVE THE DATE – SAVE THE PRICE
Theatrum Card a € 50 invece che a € 60 acquistandola entro il 15 maggio 2024
PROMO THEATRUM CARD+
per i possessori della Theatrum card sarà possibile acquistare
fino a un massimo di due biglietti al prezzo ridotto di 15 € ciascuno.
Biglietti e card in vendita da lunedì 15 aprile.

POMPEII THEATRUM MUNDIBUS
servizio bus a/r dal Teatro Mercadante al Teatro Grande di Pompei, acquistabile
entro 48 ore prima dell’inizio dello spettacolo, al costo di 10 euro.
COME ACQUISTARE
ONLINE: www.vivaticket.it

BIGLIETTERIE TEATRO DI NAPOLI:
TEATRO MERCADANTE Piazza Municipio, Napoli
telefono 081 5513396
orari: dal lunedì al sabato 10:30 > 19:00
domenica 10,30 > 13,00
TEATRO SAN FERDINANDO Piazza Eduardo De Filippo 20, Napoli
telefono 081 292030/291878
orari: dal lunedì al venerdì 10:30 > 13:30 – 14:00 > 18:00
sabato dalle 10,30 > 13:00 – domenica chiusa
biglietteria@teatrodinapoli.it
Gli orari di biglietteria sono suscettibili di variazioni. Consulta il sito teatrodinapoli.it
UFFICIO GRUPPI: le prenotazioni si potranno effettuare inviando una mail
a ufficiopromozione@teatrodinapoli.it dal lunedì al venerdì ore 10,00 – 17,30.
Il pagamento avviene tramite bonifico bancario.
PUNTI VENDITA AUTORIZZATI: elenco completo su teatrodinapoli.it
CON CARTA DI CREDITO A DISTANZA: contattando la biglietteria del Teatro
Mercadante.

TEATRO GRANDE

PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI

in collaborazione con con il patrocinio di

SETTIMA EDIZIONE

UN PROGETTO DEL TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE
E DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI

teatrodinapoli.it
13 | 14 | 15 GIUGNO

ODISSEA CANCELLATA
di Emilio Isgrò | regia Giorgio Sangati
installazione scenica Emilio Isgrò
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
27 | 28 | 29 GIUGNO
DE RERUM NATURA
[THERE IS NO PLANET B]

di Fabio Pisano | ispirato al De rerum natura di Tito Lucrezio Caro | regia Davide Iodice

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
4 | 5 | 6 LUGLIO
EDIPO RE
di Sofocle | regia Andrea De Rosa

produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura,

Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

11 | 12 | 13 LUGLIO
FEDRA

IPPOLITO PORTATORE DI CORONA

di Euripide | regia Paul Curran
produzione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico

comunicato stampa

Al MiC presentata la settima edizione della rassegna

POMPEII THEATRUM MUNDI 2024

un progetto del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
e del Parco Archeologico di Pompei

dal 13 giugno al 13 luglio 2024 al Teatro Grande del Sito di Pompei
Dalla ODISSEA CANCELLATA di Emilio Isgrò con la regia di Giorgio Sangati

su installazione scenica “in situ” di Emilio Isgrò

al DE RERUM NATURA di Fabio Pisano con la regia di Davide Iodice
a EDIPO RE di Sofocle con la regia di Andrea De Rosa

a FEDRA, Ippolito portatore di corona di Euripide con la regia Paul Curran

il prestigioso programma di testi classici

che tra il 13 giugno e il 13 luglio 2024 verrà presentato al pubblico
in 12 sere d’estate in uno dei luoghi più belli al mondo

Il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò e il Parco Archeologico
di Pompei diretto da Gabriel Zuchtriegel presentano la nuova, settima edizione
della rassegna POMPEII THEATRUM MUNDI, realizzata con il sostegno del Ministero
della Cultura, del Comune di Napoli, della Regione Campania, della Città
Metropolitana di Napoli.
La nuova edizione della rassegna, ormai tra le maggiori e più attese dell’estate
italiana dei festival, prenderà il via il 13 giugno 2024 presentando al Teatro Grande
del Parco archeologico fino al 13 luglio quattro spettacoli a firma di importanti registi
e artisti della scena nazionale e internazionale, ognuno replicato per tre sere, dal
giovedì al sabato sempre alle ore 21.00, quando la magia della sera cala sul sito
avvolgendo tutti in un’atmosfera di rara, incomparabile bellezza.
Con i suoi quattro titoli in programma la rassegna estiva del Teatro Nazionale di
Napoli conferma la sua natura di vetrina di inedite riletture o rivisitazioni di testi e
opere della classicità. «Dunque – scrive il direttore Roberto Andò – la cancellatura
di Isgrò come scrittura paradossale e filosofica, una scrittura che impedendoci di
vedere eccita il fantasma di un’immagine che non possiamo più abitare, di una
parola che non possiamo più leggere; la cecità di Edipo come abissale e tragica
impossibilità della verità; la poesia di Lucrezio come ferita e rivelazione di ciò che è

accaduto e potrebbe ancora accadere; la Fedra come tragedia della malattia
mentale. Pompeii Theatrum Mundi continua a offrire visioni che nel nome del teatro
sappiano declinare le tensioni del tempo in cui viviamo, e uno sguardo che sappia
ricongiungere il passato al presente e al futuro».
Per il Direttore generale del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel: «Questa
settima edizione di Theatrum Mundi, così come la terza di Sogno di Volare (lo
spettacolo degli attori adolescenti del territorio che andrà in scena il 25 e il 26
maggio) e il secondo anno in cui il Ministero della Cultura promuove insieme al
Comune di Pompei una rassegna di grandi concerti, tutto ciò dimostra che gli Scavi
di Pompei sono un luogo “contemporaneo”».
Il Presidente del Teatro Nazionale Luciano Cannito oltre a ringraziare il Ministro della
Cultura Gennaro Sangiuliano “per l’attenzione speciale che continua a riservare al
Festival Pompeii Theatrum Mundi e a questo luogo ricco di storia e di bellezza”, e i
Soci fondatori del Teatro Nazionale – il Comune di Napoli, la Regione Campania e
la Città Metropolitana di Napoli – “per aver restituito anni fa al Teatro Mercadante
quella centralità storica di luogo di produzione, formazione e distribuzione del teatro
di eccellenza italiano ed internazionale”, sottolinea come “il direttore Roberto Andò
abbia saputo immaginare un cartellone che ancora una volta coniuga la potenza
del linguaggio classico che da queste pietre sacre giunge intatta fino a noi, con il
sentimento della modernità che del classico si fa interprete e testimone fedele”.
La rassegna
Si parte giovedì 13 giugno con la prima assoluta di ODISSEA CANCELLATA
di Emilio Isgrò, con la regia di Giorgio Sangati su installazione scenica di Emilio Isgrò,
in una produzione del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
Su progettazione scenica di Claudio Lucchesi, costumi di Eleonora Rossi, disegno
luci di Luigi Biondi e musiche di Giovanni Frison, in scena recitano Luciano Roman
con Clara Bocchino, Francesca Cercola, Eleonora Fardella, Francesca Fedeli,
Gianluigi Montagnaro, Antonio Turco. Cura del movimento del coreografo Norman
Quaglierini.
Il maestro Emilio Isgrò propone per l’apertura della rassegna la sua Odissea in versi
insieme a un’installazione concepita in situ.
Lo spettacolo, infatti, è progettato come un’opera nell’opera: le gradinate del

Teatro Grande si trasformeranno in una gigantesca video-installazione dell’artista-
autore. Mentre i versi dell’Odissea impressi sulla pietra dei gradini verranno

cancellati a vista, dalle cancellature stesse prenderà vita il testo. Di fatto la
drammaturgia di Isgrò procede allo stesso modo: cancella Omero (tornando alla
fonte primaria dell’epica) selezionando solo i frammenti che ritiene essenziali e,
sradicandoli dal loro contesto, restituisce loro nuova e inaspettata forza.
Repliche venerdì 14 e sabato 15 giugno.
Giovedì 27, con repliche venerdì 28 e sabato 29 giugno la rassegna propone un
altro debutto nazionale. Si tratta dello spettacolo DE RERUM NATURA [There is no
planet B], liberamente ispirato al De rerum natura di Tito Lucrezio Caro, su ideazione,
adattamento e regia di Davide Iodice e drammaturgia di Fabio Pisanlo.
Le scene, le maschere e i pupazzi sono di Tiziano Fario, i costumi di Daniela
Salernitano, le luci di Loic Francois Hamelin, le musiche originali di Lino
Cannavacciuolo. La produzione è del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.

Dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica, lo spettacolo
vede in scena Aida Talliente, Ilaria Scarano, Carolina Cametti, Teresa Battista, Greta
Esposito, Sergio Del Prete, Wael Habib, Giovanni Trono, Marco Palumbo, Emilio
Vacca, con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA [il progetto speciale di
musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare
del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco
Paolo Manna, Antonio Frajoli]. Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo
Fabio Pisano tornano a collaborare insieme dopo il successo di Hospes- Itis, in un
lavoro dove i temi del De Rerum precipitano fragorosamente nel nostro presente.
Terzo appuntamento della rassegna l’acclamato EDIPO RE di Sofocle con
l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa, che il Teatro Grande di Pompei
ospiterà giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6 luglio.
Nella traduzione di Fabrizio Sinisi lo spettacolo è interpretato da Francesca Cutolo,
Francesca Della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini, Frédérique Loliée, Fabio
Pasquini. Le scene sono di Daniele Spanò, le luci di Pasquale Mari, il suono di G.U.P.
Alcaro, i costumi di Graziella Pepe (realizzati presso Laboratorio di Sartoria del
PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA). La produzione è del TPE – Teatro
Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura,
Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.
Considerato uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, Edipo re di Sofocle
rappresenta il simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa
e fato. La nuova regia di Andrea De Rosa, che torna per l’occasione a lavorare con
Fabrizio Sinisi dopo la fortunata collaborazione sul testo di Processo Galileo, parte
dalla storia di Edipo re che ruota attorno alla verità, proclamata, cercata e
misconosciuta. “Il sapere è terribile, se non giova a chi sa”.
Quarto e ultimo spettacolo della rassegna è la FEDRA, Ippolito portatore di corona
di Euripide, con la regia di Paul Curran nella traduzione di Nicola Crocetti, in scena
giovedì 11, venerdì 12 e sabato 13 luglio, con il quale si rinnova la collaborazione
tra la rassegna Pompeii Theatrum Mundi e l’INDA – Istituto Nazionale del Dramma
Antico di Siracusa, che produce lo spettacolo.
Affidata alla sensibilità di Paul Curran, il regista scozzese di notorietà mondiale,
celebre anche per le sue innovative interpretazioni di opere classiche, l’antica
narrazione di Fedra riecheggia con sorprendente attualità nel contesto odierno.
Le scene e i costumi dello spettacolo sono di Gary Mc Cann, la direzione del coro
è di Francesca Della Monica, le musiche di Ernani Maletta. In scena gli attori Ilaria
Genatiempo, Riccardo Livermore, Sergio Mancinelli, Gaia Aprea, Alessandra
Salamida, Alessandro Albertin, Marcello Gravina, Giovanna Di Rauso.
Le musiche del coro iniziale sono di Matthew Barnes, video maker Leandro Summo,
disegnatore luci Nicolas Bovey. Con la partecipazione degli allievi e delle allieve
dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, sezione Giusto Monaco.

info: www. teatrodinapoli.it | www.pompeiisites.org
ufficio stampa
responsabile Sergio Marra | e.mail: s.marra@teatrodinapoli.it
Valeria Prestisimone | e.mail: v.prestisimone@teatrodinapoli.it

Il Parco Archeologico di Pompei è uno dei luoghi più famosi d’Italia. Conosciuto in
tutto il mondo, è considerato uno dei siti da visitare almeno una volta nella vita.
Contribuire a ridare respiro vitale al suo teatro dopo due millenni, è una delle più
grandi soddisfazioni storiche, culturali, ma anche umane, del nostro Teatro di Napoli

  • Teatro Nazionale. Un teatro costituito poco più di una ventina di anni fa, aveva lo
    scopo di condividere storie, pezzi di vita, esperienze. La città si stringeva intorno ad
    esso, ai suoi attori e ai suoi autori, esattamente come fa oggi fa il Teatro Stabile di
    Napoli – Teatro Nazionale, nella sua ormai naturale sede estiva del Teatro Grande
    di Pompei.
    Grazie al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per l’attenzione speciale che
    continua a riservare al Festival Pompeii Theatrum Mundi ed a questo luogo ricco di
    storia e di bellezza.
    Grazie ai soci fondatori, il Comune di Napoli, la Regione Campania e la Città
    Metropolitana di Napoli, che anni fa ebbero l’intuizione di restituire al Teatro
    Mercadante di Napoli quella centralità storica di luogo di produzione, formazione
    e distribuzione del teatro di eccellenza italiano ed internazionale.
    Lo straordinario successo di pubblico e di critica hanno reso oggi il Festival Pompeii
    Theatrum Mundi uno degli appuntamenti più importanti della stagione estiva del
    teatro italiano. Le nostre preziose collaborazioni e sinergie con il Parco Archeologico
    di Pompei, la Fondazione INDA del Teatro Greco di Siracusa, ne hanno ulteriormente
    consolidato l’importanza storica e punto di riferimento del turismo culturale
    nazionale.
    Il nostro Direttore Artistico Roberto Andò ci ha regalato uno splendido cartellone
    che ancora una volta coniuga la potenza del linguaggio classico che da queste
    pietre sacre giunge intatta fino a noi, con il sentimento della modernità che del
    classico si fa interprete e testimone fedele.

Luciano Cannito
Presidente Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Chi oggi si soffermi a guardare all’indietro quello che Emilio Isgrò ha fatto con la sua arte,
può riconoscervi l’impronta di un respiro civilizzatore, oltre che una testimonianza artistica
di stupefacente coerenza formale. Un’opera filtrata dal nitore di un pensiero etico da
sempre attivo contro la menzogna, contro l’impostura, contro la stupidità. Pompeii
Theatrum Mundi, quest’anno, rende omaggio a questo grande artista con uno spettacolo
che mette in scena la sua Odissea in versi insieme a una installazione concepita in situ. Isgrò
oltre che artista concettuale è anche drammaturgo – sua la celebre Orestea ambientata
nei ruderi di Gibellina- e finissimo poeta. Il viaggio di Ulisse è una sua antica ossessione, cui
ha dedicato in tempi diversi importanti lavori. Il dispositivo linguistico che lo ha reso celebre
nel mondo è la cancellatura. Cancellare è verbo che rimanda alla scrittura e che non
potendo fare a meno di lasciare tracce, le cancellature, si presta a una sorta di gioco a
nascondere, svelando così il proprio sotterraneo refrain filosofico: lasciare che le cose non
scompaiano del tutto, o meglio, lasciare visibile una traccia delle cose che sono state
cancellate, esibendo i segni, gli strati, le materie che le hanno coperte. Le cose, le parole,
le immagini ci sono ancora, ma cancellate. Resta vivo, attivo, il residuo morale dell’azione
che le ha rese invisibili, una sorta di grumo, il segno della cancellazione: misfatto o gesto
liberatorio, censura o rimedio? La cancellatura di Isgrò a Pompei acquista una risonanza
speciale, cancella ciò che è stato cancellato. Sovrappone, o contrappone, un gesto
liberatorio al gesto terribile e luttuoso che duemila anni fa ha travolto Pompei. A collaborare
con Isgrò sarà un regista complice come Giorgio Sangati, non nuovo a imprese come
questa. Ma il programma prevede anche l’appuntamento con un grande testo di Sofocle,
l’Edipo Re, uno dei più magnetici tra quelli che l’antichità ci ha tramandato. E magnetica
è la lettura che ne ha dato Andrea De Rosa, regista dalla cifra rigorosa e visionaria, qui
affiancato per la drammaturgia da Fabrizio Sinisi. A seguire, un testo straordinario come il
De Rerum Natura di Lucrezio, riscritto da un drammaturgo giovane ma stilisticamente
maturo come Fabio Pisano, messo in scena da Davide Iodice, limpido regista creatore, da
sempre dedito a una ricerca che si raccoglie nella scrittura scenica, e in una cifra poetica
rivolta ai grandi temi dell’uomo. Ultimo appuntamento, nel segno della fruttuosa
collaborazione con l’INDA di Siracusa, è la Fedra di Euripide (nella traduzione di Nicola
Crocetti) per la regia di Paul Curran, regista di notorietà mondiale, celebre anche per le
sue innovative interpretazioni di opere classiche.
Dunque, la cancellatura di Isgrò come scrittura paradossale e filosofica, una scrittura che
impedendoci di vedere eccita il fantasma di un’immagine che non possiamo più abitare,
di una parola che non possiamo più leggere; la cecità di Edipo come abissale e tragica
impossibilità della verità; la poesia di Lucrezio come ferita e rivelazione di ciò che è
accaduto e potrebbe ancora accadere; la Fedra come tragedia della malattia mentale.
Pompeii Theatrum Mundi continua a offrire visioni che nel nome del teatro sappiano
declinare le tensioni del tempo in cui viviamo, e uno sguardo che sappia ricongiungere il
passato al presente e al futuro.

Roberto Andò
Direttore Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

La settima edizione di Theatrum Mundi, la terza di Sogno di Volare, lo spettacolo
degli attori adolescenti del territorio che andrà in scena il 25 e il 26 maggio, il
secondo anno in cui il Ministero della Cultura promuove insieme al Comune di
Pompei una rassegna di grandi concerti, tutto ciò dimostra: gli scavi di Pompei sono
un luogo contemporaneo.
Si aggiunge come novità un intervento artistico di Emilio Isgrò nel quartiere dei teatri,
tra i santuari di Atena, Iside e il Quadriportico, dove proseguono le ricerche che
quest’anno si avvarranno anche del finanziamento di una campagna di scavi a
Pompei e in altri siti nazionali, inserito su proposta del Ministro Sangiuliano, nella
legge di bilancio dello Stato.
Le attività di scavo e ricerca hanno in questo momento raggiunto un’estensione
non vista dalle grandi campagne degli anni ‘50 del secolo scorso e per questo
l’approccio non può che puntare sulla massima partecipazione nell’avventura di
rendere Pompei sempre più protagonista a livello scientifico, gestionale e culturale.
Gabriel Zuchtriegel
Direttore Parco Archeologico di Pompei

Il Festival Pompeii Theatrum Mundi è un appuntamento di grande rilievo per la
stagione estiva del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
Fermamente convinto del suo valore, sono molto orgoglioso del sostegno di questo
progetto da parte del Comune di Napoli e della Città metropolitana in
collaborazione con il MiC.
Giunto alla settima edizione, il Festival ha ormai un ruolo definito nello scenario
teatrale nazionale e ha raccolto nel tempo attestati di stima dal pubblico e dalla
critica.
Il Parco Archeologico di Pompei – uno dei luoghi più iconici del nostro territorio,
d’Italia e del mondo – è la cornice ideale per ospitare un evento di tale caratura
artistica, culturale e sociale.
Il Teatro Nazionale della città, con il lavoro del CdA e del direttore artistico Roberto
Andò, rappresenta oggi un presidio fondamentale per la nostra comunità e la
collaborazione avviata negli anni con il Parco Archeologico di Pompei ha prodotto
grandi risultati che meritavano la conferma.
La programmazione proposta è ancora una volta in grado di costruire ponti e
coniugare passato, presente e futuro nella rilettura di grandi classici”.

Gaetano Manfredi
Sindaco di Napoli e della Città Metropolitana

13, 14 e 15 giugno 2024 | ore 21.00
ODISSEA CANCELLATA
di Emilio Isgrò
regia Giorgio Sangati
con Luciano Roman
e Clara Bocchino, Francesca Cercola, Eleonora Fardella, Francesca Fedeli,
Gianluigi Montagnaro, Antonio Turco
installazione scenica Emilio Isgrò
progettazione scenica Claudio Lucchesi
costumi Eleonora Rossi
disegno luci Luigi Biondi
musiche Giovanni Frison
cura del movimento Norman Quaglierini
aiuto regia Angela Carrano
assistente ai costumi tirocinante Beatrice Bongiovanni, allieva del Corso di Sartoria
Teatrale dell’Accademia Teatro alla Scala
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
La settima edizione della rassegna Pompeii Theatrum Mundi si apre con un omaggio a un
grande artista, Emilio Isgrò, con lo spettacolo Odissea cancellata per la regia di Giorgio
Sangati. Isgrò mette in scena la sua Odissea in versi insieme a un’installazione concepita in
situ. Lo spettacolo è progettato come un’opera nell’opera: le gradinate del Teatro
Grande si trasformeranno in una gigantesca video-installazione dell’artista-autore. Mentre
i versi dell’Odissea impressi sulla pietra dei gradini verranno cancellati a vista, dalle
cancellature stesse prenderà vita il testo. Di fatto la drammaturgia di Isgrò procede allo
stesso modo: cancella Omero (tornando alla fonte primaria dell’epica) selezionando solo
i frammenti che ritiene essenziali e, sradicandoli dal loro contesto, restituisce loro nuova e
inaspettata forza.
E’ una riscrittura dissacrante e incredibilmente ironica che rovescia ogni stereotipo
sull’epopea a partire da Ulisse, antieroe multiforme, “scassato” e modernissimo,
intrappolato in un viaggio senza fine né inizio. Non è possibile orientarsi, infatti, in questo
“mare” dopo l’inganno di Eolo con il suo otre da cui sono fuoriusciti tutti i venti del mondo
come i mali dal vaso di Pandora. E’ un pelago senza tempo, battuto da un vento
“digitale” che estende i confini del mito fino al nostro tempo ed oltre a ricordarci che il
classico non appartiene al passato quanto piuttosto al futuro.
Attorno al protagonista si agita un bizzarro e inquietante coro di “nani”, in cui non è
difficile riconoscere un’umanità ridotta ai minimi termini. Di tanto in tanto fugaci
apparizioni spettrali: Penelope, Nausica, Circe e Polifemo sotto forma di sogni, incubi o
allucinazioni arrivano da lontano a visitare/torturare Ulisse, riscrivendo la loro storia, senza
censure.

A tratti sembra di assistere a un processo, a un singolarissimo autodafé; ma non c’è né
condanna né soluzione; non ci può essere perché saremmo noi stessi a doverci giudicare.
I versi di Isgrò, scritti nel 2003 nel mezzo di una guerra (e mai rappresentati), a distanza di
vent’anni ci ricordano come continuiamo, tragicamente, a ripetere i nostri errori dalla
notte dei tempi.
Un po’ di anni fa, quando scrissi l’Odissea cancellata, non sapevo come e quando
quest’opera sarebbe stata rappresentata. Avevo concluso da tempo l’esperienza di
Gibellina – proprio con quella Orestea di Gibellina che diede avvio alle grandi Orestiadi –
e in qualche modo volevo sganciarmi da un modello teatrale che io stesso avevo creato
grazie al sostegno di Ludovico Corrao, a quell’epoca sindaco della città, il quale credeva
come me in un teatro capace di fare della parola umana l’asse portante dello
spettacolo.
Conoscevo bene i rischi. Una certa opinione critica allineata, benché fortemente inserita
nel clima delle neoavanguardie, considerava “reazionaria” la parola in nome di un teatro
d’immagine o di gesto che allora imperversava di qua e di là dall’Oceano.
D’altra parte non ignoravo che l’aver tolto di mezzo preventivamente la parola con le
mie cancellature mi proteggeva abbastanza da tale rischio. Ma c’era di più. Avendo
operato per anni nel campo della poesia visiva, dove la coesistenza di più discipline e
linguaggi liberava la parola dalla sua rigidità gutenberghiana, non mi sarebbe stato
difficile far levitare quegli esperimenti fino al livello di un vero e proprio spettacolo.
Da un lato riconquistai la qualità letteraria del testo che a molti sembrava un limite ai ritmi
del teatro. Come dire che la potenza della parola di Shakespeare sottrae vigore alla
scena del balcone in Giulietta e Romeo, là dove ne esalta, invece, la forza schiettamente
spettacolare. Solo per questo per l’Orestea e gli altri testi composti per Gibellina – Gibella
del Martirio e San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori – feci ricorso a una
scrittura in versi che della letterarietà è uno dei segni più ostentati e visibili; e se a quel
tempo schiere di attori esibivano sulla scena i loro corpi desolatamente muti e silenziosi, io
a quei corpi diedi una voce, affinché la loro fisicità si rovesciasse sugli spettatori più
facilmente.
L’Odissea cancellata viene da quella esperienza, quando, forte di un’ispirazione che
veniva da Eschilo e dai tragici greci in genere, tentai di avvolgere in una nuvola sonora il
pubblico.
La seconda provocazione era la speranza di spezzare con un linguaggio alto, comunque
distante dal “teatro di poesia” novecentesco, il cosiddetto “teatro di prosa” che da
Pirandello portava a Beckett.
Certo non è un caso che anche quest’opera sia composta in versi: per dare un sostegno
più solido e vincolante agli attori, al regista e a tutti i creatori dello spettacolo. Allora
sognavo un teatro diverso. Una drammaturgia che cancellasse il silenzio. Chissà se quella
mia speranza ha avuto già una risposta o ancora l’aspetta. A un certo punto mi sono
distratto dal teatro come in altri tempi mi ero distratto deliberatamente dalle arti visive.
Tuttavia il mio amico Roberto Andò, direttore del Teatro Nazionale di Napoli, conosceva
questa Odissea cancellata, il solo mio testo mai rappresentato. E mi ha sollecitato a tirarlo
fuori per il Teatro Romano di Pompei. Un testo cancellato per un paese cancellato. Ma si
sa che in latino due negazioni affermano, tramutando in vita la morte.

Emilio Isgrò

27, 28 e 29 giugno 2024 | ore 21.00
DE RERUM NATURA
[There is no planet B]
liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
drammaturgia Fabio Pisano
scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
luci Loic Francois Hamelin
musiche originali Lino Cannavacciuolo
con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano
(Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti (Terza donna di Lesbo/La donna
sull’albero), Teresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete
(Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono
(Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre
figure)
e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA
[progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della
Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di
Francesco Paolo Manna, Antonio Frajoli]
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.
Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo Fabio Pisano tornano a collaborare
insieme, dopo il successo di Hospes- Itis, con uno spettacolo liberamente ispirato al De
Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, in
scena per la prima volta nella magnifica cornice del Teatro Grande di Pompei nel corso
della settima edizione della rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi.
Note di regia
I temi del De Rerum, precipitano fragorosamente in questo tempo, e la voce di Lucrezio
Caro mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese diagnosticata come
Asperger, inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta Thunberg, la sua
emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità
pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità.
L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque
quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta sull’emergenza climatica.
A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le
invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana Giorgia Vasaperna, Julia “butterfly”
Hill, le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo, i minatori d’oro africani e i

braccianti delle nostre terre infette. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha
fatto capolino un ‘daemon’, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo
sentimento di perdita credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso
polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non
esisteranno più.

Davide Iodice

Note al testo
De Rerum Natura – There is no planet B è un testo che racconta in sei episodi il rapporto
tra uomo e natura nel nostro contemporaneo; il titolo è ispirato all’opera didascalica in
versi del poeta latino Lucrezio; opera ch’ha rappresentato il punto di partenza intorno cui
sviluppare la drammaturgia; sei “libri”, un prologo, un interludio e un epilogo, in cui
prevale la forma dialogica, perché è proprio attraverso il dialogo, attraverso la forza
rivelatrice del dialogo che ho provato a restituire il Teatro in tutta la sua potenza, in tutta
la sua affascinante capacità di turbamento. A raccordare tra loro gli episodi, c’è la voce
della Natura, che, mediante l’uso dei versi originali dell’opera di Lucrezio, si rivela quale
forza primordiale e motrice di tutte le cose. La drammaturgia è stata poi adattata dal
regista, Davide Iodice, che ha composto una partitura per la messa in scena,
rielaborando alcune parti del testo e eliminandone altre.

Fabio Pisano

Durata: 1h e 40 minuti circa

4,5 e 6 luglio 2024 | ore 21.00
EDIPO RE
di Sofocle
traduzione Fabrizio Sinisi
adattamento e regia Andrea De Rosa
con (in o.a.) Francesca Cutolo (coro), Francesca Della Monica (coro), Marco Foschi
(Edipo), Roberto Latini (Tiresia), Frédérique Loliée (Giocasta), Fabio Pasquini (Creonte)
scene Daniele Spanò
luci Pasquale Mari
suono G.U.P. Alcaro
costumi Graziella Pepe (realizzati presso Laboratorio di Sartoria del PICCOLO TEATRO DI MILANO
– TEATRO D’EUROPA)
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano
Arte e Cultura, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Considerato uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, Edipo re di Sofocle rappresenta il
simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Arrivato al
potere grazie alla sua capacità di “far luce attraverso le parole”, abilità che gli aveva
permesso di sconfiggere la Sfinge che tormentava la città di Tebe, Edipo è costretto,
attraverso una convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga
sequenza di orrori e delitti, fino a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate
parole del Coro: “Non dite mai di un uomo che è felice, finché non sia arrivato il suo
ultimo giorno”.
In una città che non vediamo mai, un lamento arriva da lontano. È Tebe martoriata dalla
peste. Un gruppo di persone non dorme da giorni. Come salvarsi? A chi rivolgersi per
guarire la città che muore? Al centro della scena, al centro della città, al centro del
teatro c’è lui, Edipo. Lui, che ha saputo illuminare l’enigma della Sfinge con la luce delle
sue parole, si trova ora di fronte alla più difficile delle domande: chi ha ucciso Laio, il
vecchio re di Tebe? La risposta che Edipo sta cercando è chiara fin dall’inizio, e tuona in
due sole parole: “sei tu”. Ma Edipo non può ricevere una verità così grande, non la può
vedere. Preferisce guardare da un’altra parte. Sarà la voce di Apollo, il dio nascosto, il dio
obliquo, a guidarlo attraverso un’inchiesta in cui l’inquirente si rivelerà essere il colpevole.
Presto si capirà che il medico che avrebbe dovuto guarire la città è la malattia. Perché è
lui, Edipo, l’assassino e quindi la causa del contagio. La luce della verità è il dono del dio.
Ma anche la sua maledizione.
La nuova regia di Andrea De Rosa, che torna per l’occasione a lavorare con Fabrizio Sinisi
dopo la fortunata collaborazione sul testo di Processo Galileo, parte dalla storia di Edipo
re che ruota attorno alla verità, proclamata, cercata e misconosciuta. “Il sapere è
terribile, se non giova a chi sa.”
Durata: 1h e 20 minuti

11, 12 e 13 luglio 2024 | ore 21.00
FEDRA
Ippolito portatore di corona
di Euripide
traduzione Nicola Crocetti
regia Paul Curran
scene e costumi Gary Mc Cann
direzione del coro Francesca Della Monica
musiche Ernani Maletta
con (in ordine di apparizione) Ilaria Genatiempo (Afrodite), Riccardo Livermore (Ippolito),
Sergio Mancinelli (Un servo), Gaia Aprea (Nutrice), Alessandra Salamida (Fedra),
Alessandro Albertin (Teseo), Marcello Gravina (Messaggero), Giovanna Di Rauso
(Artemide)
Corifei Simonetta Cartia, Elena Polic Greco, Giada Lo Russo, Maria Grazia Solano
Coro di donne di Trezene Alba Sofia Vella, Giulia Valentini, Miriam Scala, Valentina
Corrao, Maddalena Serratore
Coro dei servi
musiche coro iniziale Matthew Barnes
video maker Leandro Summo
disegnatore luci Nicolas Bovey
con la partecipazione degli allievi e delle allieve dell’Accademia d’Arte del Dramma
Antico, sezione Giusto Monaco
produzione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico

Dopo il debutto a Siracusa a maggio arriva a Pompei, Fedra di Euripide con la regia di
Paul Curran, regista scozzese di notorietà mondiale, celebre anche per le sue innovative
interpretazioni di opere classiche.
L’antica narrazione di Fedra riecheggia con sorprendente attualità nel contesto odierno.
Questa storia senza tempo fa luce sulle ansie contemporanee legate alla salute mentale
e sui pericoli di ossessioni malsane e incontrollabili, per non parlare delle conseguenze
delle reazioni emotivamente cieche. Il racconto serve come un toccante promemoria
per esaminare se gli “dei” figurativi che influenzano le nostre vite sono paralleli ai nostri
attuali stati mentali o se le nostre menti esercitano il potere di potenti divinità, guidandoci
verso comportamenti impulsivi e pericolosi. Esplorando questa connessione tra mitologia
antica e psicologia moderna, la storia di Fedra diventa uno specchio che riflette l’intricata
relazione tra il nostro io interiore e le forze esterne che modellano le nostre azioni. Questa
narrazione spinge all’introspezione, sfidandoci a decifrare la natura divina o distruttiva dei
nostri pensieri e delle nostre emozioni nel complesso arazzo dell’esperienza umana.
Paul Curran

Durata: 1 h e 40 minuti

BIGLIETTI / TICKETS

INTERO / FULL PRICE RIDOTTO/ REDUCED PRICE* STUDENTI E UNIVERSITARI / STUDENTS
€ 25,00 € 20,00 € 10,00
*Valido per under 30, over 60, Titolari card Feltrinelli, Abbonati del Teatro di Napoli,
Cral e convenzioni
All’ingresso in teatro potrà essere richiesta l’esibizione del documento che dà
diritto alle riduzioni.
Le irregolarità comporteranno il pagamento della differenza. In caso di acquisti
online l’esibizione è obbligatoria.
THEATRUM CARD € 60,00
consente di assistere singolarmente a 4 spettacoli,
oppure in coppia a 2 spettacoli.
PROMO SAVE THE DATE – SAVE THE PRICE
Theatrum Card a € 50 invece che a € 60 acquistandola entro il 15 maggio 2024
PROMO THEATRUM CARD+
per i possessori della Theatrum card sarà possibile acquistare
fino a un massimo di due biglietti al prezzo ridotto di 15 € ciascuno.
Biglietti e card in vendita da lunedì 15 aprile.

POMPEII THEATRUM MUNDIBUS
servizio bus a/r dal Teatro Mercadante al Teatro Grande di Pompei, acquistabile
entro 48 ore prima dell’inizio dello spettacolo, al costo di 10 euro.
COME ACQUISTARE
ONLINE: www.vivaticket.it

BIGLIETTERIE TEATRO DI NAPOLI:
TEATRO MERCADANTE Piazza Municipio, Napoli
telefono 081 5513396
orari: dal lunedì al sabato 10:30 > 19:00
domenica 10,30 > 13,00
TEATRO SAN FERDINANDO Piazza Eduardo De Filippo 20, Napoli
telefono 081 292030/291878
orari: dal lunedì al venerdì 10:30 > 13:30 – 14:00 > 18:00
sabato dalle 10,30 > 13:00 – domenica chiusa
biglietteria@teatrodinapoli.it
Gli orari di biglietteria sono suscettibili di variazioni. Consulta il sito teatrodinapoli.it
UFFICIO GRUPPI: le prenotazioni si potranno effettuare inviando una mail
a ufficiopromozione@teatrodinapoli.it dal lunedì al venerdì ore 10,00 – 17,30.
Il pagamento avviene tramite bonifico bancario.
PUNTI VENDITA AUTORIZZATI: elenco completo su teatrodinapoli.it
CON CARTA DI CREDITO A DISTANZA: contattando la biglietteria del Teatro
Mercadante.

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