TEATRO DIANA, UN SOGNO LUNGO 90 ANNI
Di Laura Caico
Quando i sogni diventano realtà. Il teatro Diana – vero faro di cultura e aggregazione – ha girato la boa del 18 lustri, un percorso che si snoda dal 1933 ad oggi, lastricato di impegno, speranze, intuizioni, sacrifici, tanta tenacia e lungimiranza, ingredienti fondamentali per realizzare il sogno di Maria Caterina De Gaudio e del marito Lucio Mirra: un compleanno importante i cui festeggiamenti sono iniziati a giugno 2022 con una mostra permanente sui suoi “primi 90 anni” (1933-2023) – realizzata da Claudia Mirra, contitolare del teatro, insieme al ricercatore Nicola Miletti e a studenti universitari coordinati da Laura Bertoni – che verrà prossimamente portata nelle sale del Parlamento Europeo riservate alle grandi mostre (dove resterà in visione per un mese) e con la presentazione in contemporanea della stagione teatrale 2022/23, luccicante di nomi celebri e commedie accattivanti.
Ma il clou delle celebrazioni è racchiuso nella serata – riservata ai fedeli abbonati – in cui il famoso scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni ha portato in scena lo spettacolo “Se fossi Gaber”, una lettura pubblica di monologhi e di brani rappresentativi del repertorio in prosa di un grande artista contemporaneo come Giorgio Gaber (al secolo Gaberščik), prematuramente scomparso.
E del doveroso omaggio alla memoria del passato di questo fulgido teatro e degli artisti che l’hanno animato con la loro passione, bravura e febbre del palcoscenico sono testimoni anche i “materiali di scena” pazientemente raccolti e visibili nel foyer, tra copioni, attrezzerie teatrali, locandine originali, immagini d’epoca e foto autografate di “mostri sacri” dello spettacolo come Marcello Mastroianni, Vittorio Gassmann, i fratelli De Filippo, Paola Borboni, Dario Fo, fino ai protagonisti dell’ultima generazione. La mente corre imprescindibilmente a Maria Caterina De Gaudio, ovvero Mariolina Mirra, la storica impresaria che con il marito Lucio ha costruito la fortuna del teatro Diana (lasciatole in eredità dal papà Giovanni De Gaudio che l’aveva inaugurato il 16 marzo del 1933 alla presenza del principe ereditario Umberto di Savoia), rendendo la struttura sempre più funzionale, ricca di proposte interessanti che hanno attirato massiccia affluenza di pubblico, facendola diventare uno dei teatri più importanti a livello nazionale, più volte vincitore con le sue produzioni del Biglietto d’Oro, il premio targato Agis assegnato agli spettacoli italiani con il maggior numero di spettatori.
Oggi, a garantire il futuro di questa accorsata realtà, sono i tre figli – Giampiero garante della produzione, Guglielmo capo della gestione e Claudia responsabile della comunicazione e dei rapporti con i media – che affiancano il padre Lucio nelle scelte decisionali del teatro e della società di produzione “Diana Organizzazione Italiana Spettacoli” fondata nel 1978, a cui si devono molti dei più recenti successi di grandi nomi dello showbiz.
La serata di festa inizia col prepotente appeal dello scrittore napoletano che sul palco alterna suoi scritti e proiezioni di rari filmati di Gaber in scena, alla declamazione di un florilegio di testi del “”. il cantautore milanese perdutamente innamorato di Napoli: come dimenticare, infatti, l’accoppiata vincente con il mitico Aurelio Fierro al Festival di Napoli del 1966, con la canzone “Tu vulive ‘a pizza”, il cui ritornello divenne un famoso tormentone?
E che dire della ragguardevole quota di 150 repliche raggiunta a Napoli con i suoi spettacoli teatrali? Un reciproco amore lo legava alla terra di Partenope che ne omaggia la memoria con questo reading di brani in prosa di Gaber e Luporini – proposto anche in streaming sulla pagina Facebook del Teatro Diana – che si inserisce nel lungo elenco di manifestazioni organizzate dalla Fondazione Giorgio Gaber nel ventennale della scomparsa del musicista e regista, spirato il 1 gennaio 2003 a Camaiore.
De Giovanni, nella scelta dei brani, sottolinea l’acuta analisi del costume e malcostume del Bel Paese e l’attualità di pensiero di Gaber, evidenziandone quel tocco di malinconia celato anche dietro le battute più scherzose e velato dall’ironia, a tratti anche sferzante, con cui il compositore milanese tratteggiava i suoi personaggi: la voce bassa e roca dello scrittore è il fil rouge del recital, strumento affascinante che avvolge il pubblico nell’onda nostalgica dell’amarcord scandito dai filmati che ci restituiscono un Gaber vibrante dell’energia e del pathos che ne definiscono l’immensa statura artistica. In chiusura di serata Pierluigi Ferrillo chiama sul palco la famiglia Mirra al completo a cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi consegna una targa onorifica che attesta l’apprezzamento della città, già testimoniato nel maggio 2017 dall’installazione all’angolo tra via Scarlatti e via Luca Giordano di una palina che riassume sia la storia del teatro che la figura di Mariolina Mirra Del Gaudio.
Visti fra gli altri, Paolo Dal Bon Presidente della Fondazione Giorgio Gaber, Clementina Cozzolino Presidente Municipalità 5 di Napoli, la professoressa Annamaria Colao chairholder della cattedra Unesco di Endocrinologia, il Presidente dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli di Napoli Enzo De Paola con la moglie Annalisa Fiore titolare Adp Eventi, i cantanti Sal da Vinci, Anna Capasso e Monica Sarnelli, gli attori Nunzia Schiano, Giacomo Rizzo e Riccardo Polizzi Carbonelli, il presidente della Lilt Napoli Adolfo Gallipoli D’Errico con la moglie Simona De Saint Pierre, Eleonora Testa, Luciano Schifone con la consorte Silvana Manzo, Antonio Bassolino con Annamaria Carloni, Mino Cuciniello, i giornalisti Giuliana Gargiulo, Pasquale Esposito, Bianca D’antonio, Maresa Galli, Diego Paura, Cristina Cennamo e Annapaola Merone, Cecilia Pingue, Luigi Grispello, il maestro Oscarino di Maio, Gabriella Marotta, Lino Ranieri. 

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