Vi racconto in sintesi il mio Quartiere Sanità tra cultura e Arte

Storia e Spiritualità tra Due Chiese Storiche-

Sin da ragazzo abito, vivo, in uno dei quartieri più belli e storici di Napoli: il quartiere Sanità, il quartiere che ha dato i natali al grande principe Antonio De Curtis, in arte Totò. 

La celebre via dei vergini, (il toponimo nasce dai seguaci del Dio Eunosto al quale offrivano la loro verginità. In questa strada fiorirono abitazioni di principi e reggenti e, ampia via di transito, un tempo, di carrozze di nobili che l’attraversavano per recarsi alla Reggia di Capodimonte, oggi, è un ampio centro commerciale. Nel celebre palazzo dello Spagnolo di frequente pernottava anche il Re per poi raggiungere Capodimonte), racchiude cultura ed opere d’arte, e proprio nel cuore di questo quartiere e di fronte al maestoso Palazzo dello Spagnolo, si ergono due chiese storiche che raccontano storie di fede, amore e sofferenza. La chiesa dei Padri Vincenziani e la chiesa di Santa Maria dei Vergini sono due luoghi ricchi di storia e significato, uniti da un filo invisibile di tradizione e spiritualità.

Entrando nella chiesa dei Padri Vincenziani, si è subito avvolti da un’atmosfera di sacralità e raccoglimento. Questo luogo non è solo un rifugio per i fedeli, ma custodisce anche la terza ampolla del sangue di san Gennaro, un simbolo della devozione napoletana. c’è un altro tesoro che merita attenzione: il quadro dell’anima dannata.

Questa opera narra una storia intensa e drammatica. Un giovane fiorentino, innamorato di una donna bellissima, vive una passione infelice. La sua amata, purtroppo, muore prematuramente, lasciando il giovane in uno stato di profonda disperazione. Imprigionato nel dolore, egli prega incessantemente, invocando il suo nome. Ma l’anima della donna, purtroppo, non trova pace. A causa di alcuni peccati, la sua esistenza nell’oltretomba è tormentata, e decide di manifestarsi al suo amato.

La scena si svolge in un’atmosfera di grande intensità emotiva. La donna, apparendo al giovanotto, gli rivela la durezza della sua pena, obbligandolo a comprendere la necessità di vivere serenamente. Per mostrargli l’orrore della sua situazione, poggia le mani sul quadro di Cristo, e il dipinto prende fuoco, segno tangibile del suo tormento. Le impronte delle sue mani rimangono impresse sulla tela, un ricordo indelebile della sua sofferenza e della durata della sua anima perduta. Questa storia è un monito potente e toccante per chiunque entri in questo luogo sacro, ricordando a tutti noi l’importanza del perdono e della liberazione dal dolore.

Proprio accanto alla chiesa dei Vincenziani si trova la chiesa di Santa Maria dei Vergini, un’altra struttura monumentale che rappresenta il vero centro vitale del quartiere. Sebbene questa chiesa abbia subito i devastanti effetti dei bombardamenti durante l’ultima guerra e sia stata vittima di molti furti, conserva una testimonianza storica di inestimabile valore. Tra le poche opere d’arte rimaste, spicca il fonte battesimale dove furono battezzati personaggi illustri, come Sant’Alfonso Maria de Liguori e Antonio de Curtis, noto a tutti come Totò.

Il registro del battesimo di Totò è conservato nello storico archivio della chiesa, un vero e proprio scrigno di memoria che racconta non solo la storia religiosa, ma anche quella sociale del quartiere. Anche se Santa Maria dei Vergini non ha mai posseduto i tesori artistici di altre chiese napoletane, la sua importanza risiede nella storia che porta con sé, nelle vite che ha toccato e nei cambiamenti che ha visto attraversare.

Scoperte nei sotterranei della chiesa hanno riportato alla luce affreschi risalenti al XIV secolo, offrendo un ulteriore capitolo alla storia di questo luogo. Questi affreschi, pur danneggiati dal tempo e dalle intemperie, raccontano di una bellezza passata e di un’arte che, seppur ora nascosta, continua a vivere nel ricordo di chi è venuto prima.

Un’altra caratteristica distintiva di Santa Maria dei Vergini è il piccolo teatro annesso alla parrocchia. Qui, la comunità si riunisce per assistere a rappresentazioni di vario genere, mantenendo viva la tradizione culturale e artistica del quartiere. Gli eventi teatrali non sono solo un’opportunità per divertirsi, ma fungono anche da piattaforma per esplorare temi profondi legati alla vita, alla morte e alla spiritualità, rendendo viva l’eredità delle chiese circostanti.

Camminando tra queste due chiese, ci si sente trasportati nel tempo, attraversando secoli di storia e speranza. La chiesa dei Padri Vincenziani, con la sua ampolla di sangue e la storia dell’anima dannata, e la chiesa di Santa Maria dei Vergini, testimone di battesimi illustri e di affreschi dimenticati, ci invitano a riflettere su quanto l’amore, la perdita e la fede siano parte integrante della nostra esistenza.

Entrambi i luoghi non solo sono luoghi di culto, ma veri e propri custodi della memoria collettiva. Essi raccontano storie di vite vissute, di passioni ardenti e di anime in cerca di pace. In questo contesto, i fedeli e i visitatori possono trovare ispirazione e conforto, ricollegandosi a una tradizione che è ancora viva e pulsante.

Ogni pietra, ogni affresco, ogni simbolo presente in queste chiese parla un linguaggio universale, quello dell’amore e della spiritualità. In un mondo che spesso sembra dimenticare le sue radici, questi luoghi offrono un’oasi di riflessione e contemplazione, un richiamo alla necessità di connettersi con ciò che ci rende umani.

Di fronte al Palazzo dello Spagnolo, le chiese dei Padri Vincenziani e di Santa Maria dei Vergini rappresentano un dialogo continuo tra passato e presente, tra storia e spiritualità. Visitare questi luoghi significa entrare in contatto con le vibrazioni di storie antiche e con le emozioni di chi ha camminato su queste strade prima di noi.

In un’epoca di rapidi cambiamenti e distrazioni, ci ricordano l’importanza di fermarsi, ascoltare e riflettere. Ci invitano a prendere coscienza delle nostre origini e delle tradizioni che ci legano a questo straordinario patrimonio culturale. Camminando nei loro corridoi, si è parte di un racconto che continua a evolversi, ricco di insegnamenti, di speranza e di amore eterno.

Foto e articolo di

Gennaro D’Aria

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