Grande partecipazione all’evento organizzato da Il Mattino al teatro San Carlo, presente anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli

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di Ezio Micillo

La cultura come leva economica, risorsa sociale e motore di occupazione. È stato questo il tema centrale dell’evento “L’economia della cultura”, organizzato dal quotidiano Il Mattino nella prestigiosa cornice del Teatro di San Carlo. Una giornata intensa di interventi, tavole rotonde e testimonianze per riflettere sul ruolo della cultura nello sviluppo del territorio.
A dare il via ai lavori sono stati il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, insieme al direttore de Il Mattino Roberto Napoletano, che ha sottolineato l’urgenza di “trasformare la cultura in un sistema produttivo stabile, non episodico”. Quattro blocchi tematici, dal cinema alla musica. Il programma si è articolato in quattro sessioni tematiche che hanno affrontato:

  • Il rapporto tra pubblico e privato nella gestione culturale;
    • Il boom del settore audiovisivo a Napoli;
    • L’identità musicale della città e il progetto “Napoli Città della Musica”;
    • L’importanza dell’arte pubblica, della lettura e della formazione culturale diffusa.

Tra gli ospiti di rilievo: registi, imprenditori del settore creativo, direttori di teatri, giornalisti e musicisti, tra cui Francesco Di Leva, Massimiliano Gallo, Ferdinando Salzano, Giuseppe Laterza e Maurizio de Giovanni.

 
Il ministro Giuli, nel suo intervento iniziale ha ribadito il ruolo centrale della cultura come motore di sviluppo economico e sociale, soprattutto per il Sud Italia. Ha definito Napoli un simbolo di creatività e identità culturale, con una tradizione millenaria che oggi può diventare un modello di rilancio per l’intero Mezzogiorno.

Ha affrontato anche il tema delicato della nuova nomina alla sovrintendenza del San Carlo, rassicurando sul fatto che il processo sarà condiviso e trasparente, in collaborazione con il Comune e nel rispetto della città. Ha smentito con toni leggeri qualsiasi tensione tra istituzioni, invitando a concentrarsi sulle soluzioni e non sulle polemiche.

Infine, ha sottolineato l’importanza delle alleanze tra pubblico e privato nel settore culturale, ”la cultura”, ha detto, ”deve nascere da idee condivise e partecipazione attiva, non da decisioni imposte dall’alto. Solo così può generare fiducia, investimenti e occupazione duratura”.

  
Il direttore de Il Mattino, ha presentato l’evento auspicando una narrazione culturale più innovativa, capace di rappresentare il Sud e Napoli secondo una prospettiva nuova e valorizzante. ”Oggi esiste un nuovo Sud”, dichiara, ”bisogna alimentare la fiducia contagiosa e non la paura, Napoli e il Mezzogiorno possono essere protagonisti in questa mission su scala nazionale ed europea, guardando al futuro con ottimismo basato su dati concreti come quelli dell’export, turismo e infrastrutture”.

”La cultura come motore territoriale”, ha dichiarato il sindaco Manfredi, ”deve diventare una leva strategica per lo sviluppo, presentando Napoli come un vero e proprio laboratorio creativo che unisce teatro, cinema, musica, editoria e arte pubblicaIn questo momento, globalmente difficile,…Adda passa’ a nuttata… occorre valorizzare un modello di contaminazione tra radici e futuro, tra tradizione e innovazione. Il segreto sta nella sinergia tra pubblico-privato, una vera opportunità per sostenere lo sviluppo del nostro patrimonio culturale, ed il San Carlo è patrimonio di Napoli e va salvaguardato”.

A chiudere l’incontro è stato lo scrittore e umorista Amedeo Colella, che con il suo stile vivace ha ricordato che “Napoli è cultura che cammina, una città che respira un sapere in ogni vicolo, in ogni parola, in ogni mestiere antico. Ma ha bisogno di essere organizzata, sostenuta e raccontata con più forza. Proprio la lingua napoletana, pur essendo considerata un dialetto, ha una storia e una tradizione che la rendono una lingua a sé stante, con una ricca letteratura, musica e cultura. Nonostante le sue origini nel latino, il napoletano si è evoluto in modo indipendente, assorbendo influenze da diverse culture che hanno abitato il territorio campano. Un mondo davvero affascinante che testimonia il valore culturale di un popolo di storia millenaria”.

L’evento ha rappresentato un’occasione importante per rilanciare il ruolo della cultura come volano di sviluppo locale, un’opportunità da non sprecare, ma anche strumento di coesione e rigenerazione urbana. Il rischio, come ha ricordato più di un relatore, è che resti tutto chiuso tra le mura dei convegni.
Il messaggio finale è chiaro: Napoli ha il talento, la storia e le competenze per essere capitale culturale permanente. Ora servono investimenti mirati, sinergie tra pubblico e privato, e soprattutto visione a lungo termine.

© Ezio Micillo, giornalista e fotoreporter

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