al Ridotto del Mercadante
lo spettacolo
comunicato stampa
Mercoledì 5 marzo con repliche fino al 9 marzo
al Ridotto del Mercadante
lo spettacolo
UNA VERDE VENA DI FOLLIA
tratto dal libro La vena verde (IQdB Edizioni)
di Alessio Arena
liberamente ispirato alle lettere di
Maria Antonietta Portulano Pirandello
adattamento teatrale e regia di Emanuela Giordano
con Mascia Musy
e Viviana Lombardo
Una verde vena di follia è un canto d’amore e di alterità ispirato alle lettere che la moglie
di Luigi Pirandello, Maria Antonietta Portulano, scrisse al figlio Stefano. In scena al
Ridotto del Mercadante dal 5 al 9 marzo, lo spettacolo è tratto dal libro La vena verde
(IQdB Edizioni) di Alessio Arena, liberamente ispirato alle lettere di Maria Antonietta
Portulano Pirandello, adattamento teatrale e regia di Emanuela Giordano, con Mascia
Musy e Viviana Lombardo, musiche originali Tommaso Di Giulio e Leonardo
Ceccarelli, scene, costumi, luci Emanuela Giordano, produzione Teatro Biondo
Palermo.
Ci troviamo nell’Italia del secolo scorso, dove le donne “eccentriche” o di “eccessivo ed
anarchico temperamento” venivano rinchiuse in “Case di custodia e cura”. La protagonista
provoca, tiranneggia e cerca conforto nell’unico essere umano che ha la sventura di starle
accanto: un’infermiera/custode che farebbe volentieri a meno di ascoltare le confessioni e
gli sfoghi della donna, di contenere i suoi improvvisi sbalzi di umore e i tentativi di fuga.
Nonostante la forzosa convivenza, gli scherzi atroci, gli spaventi continui, le vessazioni
reciproche, le due donne instaurarono una relazione di mutua comprensione, quasi una
sovrapposizione delle proprie esistenze ai margini, con accenti di improvvisa ironia, per
ritagliarsi quel lembo di felicità che spetta a tutti gli esseri umani. L’odiato e amatissimo
marito, egli stesso vittima e carnefice della donna, è continuamente evocato, raccontato,
svelato, sognato.
Note dell’autore
Questo mio lungo monologo è un atto d’amore: un amore mancato, sofferto, fragile,
combattuto, ma pur sempre amore. La storia è frutto della mia immaginazione e tuttavia è
più vera del reale. Ho cercato di raccontare la disperazione, la rabbia, le nostalgie e le
passioni contraddittorie di una delle tante donne che sono state prigioniere di una casa di
cura e di custodia nel Novecento. La mia protagonista esprime un mondo interiore che
raccoglie le esperienze e i sogni di tanti che, oggi come ieri, lottano per rivendicare la
propria indipendenza e la propria dignità in contesti sociali miopi e sterili. Attraverso la
voce di questa donna senza nome, ho voluto rappresentare la disperazione dei diversi di
ogni genere, epoca e luogo, che da sempre sono relegati ai margini delle società.
Dedico questo testo, quindi, a chi nasce e a chi muore dall’altro lato della luna. Tutti
abbiamo sentito, almeno una volta, la necessità di navigare con lo sguardo la nostra vena
verde.
Alessio Arena
Note di regia
Mettiamo in scena un destino femminile che ci cammina a fianco. Siamo tutte figlie o nipoti
della protagonista, donna di “inopportuna” fierezza, audace esploratrice di fantasie e verità
scomode. Se fosse nata oggi, probabilmente, sarebbe un’artista di strada, una poetessa,
Marina Abramovich, Alda Merini o magari una rock star. Avrebbe trasformato la sua “follia”
in potenza creatrice.
Sono partita da questa intuizione. Ho quindi immaginato una donna senza sospiri e
vittimismi, visionaria e contraddittoria, che “grida” la sua necessità di esprimersi e di
amare. In scena con lei, l’infermiera che l’accudisce oppone agli sproloqui e alle
intemperanze della “matta” un ostinato silenzio. Ai pazzi, si sa, non bisogna dare
confidenza. Grazie al suo sguardo rivelatore, che muta nel tempo, ho cercato di
raccontare la nostra paura di contaminarci, perché la linea di confine tra normali e
“anormali” è così sottile che potremmo facilmente valicarla.
In scena abbiamo disegnato un luogo di espiazione e contenimento, per trovare una via di
fuga ci vorrà un atto di coraggio estremo, un salto al di là del reale. La Storia, quella con la
maiuscola, incombe nella stanza con notiziari radio di imprese belliche deliranti, la musica,
invece, ballata, cantata ed infine immaginata ci regala libertà e poesia e ci conduce verso
quella sottile linea verde nella quale cercare salvezza. Gli uomini, evocati, amati,
disprezzati, gli uomini dell’ordine sociale e delle apparenze, restano fuori come un’ombra,
un mito, una condanna.
Emanuela Giordano
Ridotto del Mercadante 5 al 9 marzo2025
UNA VERDE VENE DI FOLLIA
tratto dal libro La vena verde (IQdB Edizioni)
di Alessio Arena
liberamente ispirato alle lettere di Maria Antonietta Portulano Pirandello
adattamento teatrale e regia di Emanuela Giordano
con Mascia Musy
e Viviana Lombardo
musiche originali Tommaso Di Giulio e Leonardo Ceccarelli
scene, costumi, luci Emanuela Giordano
coordinatore dei servizi tecnici Giuseppe Baiamonte
elettricista Marco Santoro
caporeparto fonica Giuseppe Alterno
macchinista Giuseppe Macaluso
allestimento realizzato dalle maestranze del Teatro Biondo di Palermo
produzione Teatro Biondo Palermo
durata 60 minuti
ufficio stampa
Sergio Marra | responsabile
Valeria Prestisimone | addetta stampa
date e orari
5 marzo ore 21:00; 6 marzo ore 21:00; 7 marzo ore 21:00; 8 marzo ore 19:00; 9 marzo
ore 18:00
Info www. teatrodinapoli.it
Biglietterie tel 081.5513396 | 081.292030 / 081.291878 | biglietteria@ teatrodinapoli.it

