RIGILLO E ROSSINI MATTATORI AL CIRCOLO
UNIONE
Di Laura Caico
Serata avvincente al Circolo Nazionale dell’Unione. Nella
sede del prestigioso sodalizio presieduto dal valente Don
Giuliano Buccino Grimaldi si è svolta – grazie
all’organizzazione del dinamico Consigliere Delegato agli
Eventi Emanuele Montemayor – la proiezione di “Mariano
Rigillo e la sua famiglia teatrale allargata. All’antica
Italiana”, un interessante film-documentario della regista
Gigliola Funaro sulla vita e sul lavoro di due grandi
protagonisti della scena teatrale, cinematografica e
televisiva italiana.
Il docufilm racconta principalmente i 60 anni di successi
professionali dell’attore e regista Mariano Rigillo,
napoletano, classe 1939, segno zodiacale Vergine: un flash
back accurato e un “amarcord” commovente di opere
teatrali che hanno fatto parte della nostra vita e che ci hanno
accompagnato lungo il nostro percorso, a volte ispirandoci
e facendoci riflettere su molti accadimenti esistenziali come
succede con la vicenda di “Masaniello” di Armando
Pugliese ed Elvio Porta, che descrive la sofferenza del
popolo napoletano vessato dall’Autorità (stavolta
impersonata da un Vicerè che impone insostenibili tasse) o
in “Persone naturali e strafottenti”, un potente affresco sui
Quartieri Spagnoli e sulla povertà che vi alberga. Nel corso
della sua lunga e brillante carriera Rigillo ha incontrato


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Cicci – la sua compagna d’arte e di vita – ovvero Anna
Teresa Rossini, protagonista, a sua volta, di film molto
intensi come “La neve nel bicchiere” di Florestano Vancini
incentrata sulla poverissima vita dei contadini della “bassa”
ferrarese e di “Solo No” di Lucilla Mininno in cui interpreta
praticamente il suo “alter ego”, un’attrice che si barrica nel
suo teatro per impedire che venga sventrato e adibito a
supermercato. Infatti, Cicci e Mariano combattono per
salvare la cultura, per scongiurare la chiusura di tanti teatri,
per rinverdire il festoso iter di lunghe tourneè che – seppur
faticose – regalavano agli attori tante soddisfazioni e
l’impagabile contatto con un pubblico sempre diverso.
Il tratto inedito e intrigante del documentario – diretto con
sapienza da Gigliola Funaro – è quello di indagare il
rapporto di vita e di scena che entrambi i mattatori hanno
con i loro figli (avuti da precedenti relazioni) Ruben Rigillo
e Silvia Siravo con cui recitano spesso, dando vita a una
famiglia teatrale allargata come le famiglie teatrali di un
tempo, dinastie che hanno calcato i palcoscenici e i set del
cinema e della tv, lasciandovi un’impronta indelebile, da
Scarpetta ai De Filippo, da Luisa Conte con le nipoti Lara e
Ingrid a Lauro Gazzolo con i figli Nando e Virginio, dai
Giuffrè ai Casagrande, da Nunzio Gallo con i figli
Gianfranco e Massimiliano ai Gassmann. Al termine della
proiezione, a cui ha presenziato anche la regista, i
protagonisti hanno recitato brani e poesie di Eduardo e
Viviani, incantando gli intervenuti che li hanno gratificati di
molti applausi.

